È un fatto ben noto che riconosciamo la nostra madre patria quando siamo sul punto di perderla
cit Albert Camus

Pronti ieri, oggi e domani per il combattimento per l'onore d'Italia
cit Benito Mussolini

L'unico diritto del fascista e quello di compiere per prima il sacrificio e il dovere.
cit. Maria Pasquinelli
Cadrò una, due volte , mille volte ancora, ma ogni volta mi rialzerò per tornare all'assalto, da uomo libero.
cit. Nanni De Angelis
La libertà senza ordine e disciplina significa dissoluzione e catastrofe. cit. Benito Mussolini

BOICOTTIAMO IL REFERENDUM

Boicottiamo il referendum
di Gabriele Adinolfi
www.noreporter.org

Le tre ragioni per rigettare questa riforma tanto voluta da Fini
Il 21 e 22 giugno si va a votare per il referendum sulla riforma elettorale. Come di consueto vanno al seggio praticamente soltanto i tifosi della riforma e tutto si gioca non sull'esito della votazione ma sul quorum il cui raggiungimento, chi le è contrario ha l'abitudine di boicottare.
La scelta quindi è tra il voto favorevole alla riforma e il non voto.
L'unica scelta che ha un senso nello specifico è lquella del non voto.
E, se mai doveste andare alle urne per il secondo turno delle amministrative, ricordatevi di rifiutare la scheda referendaria e di assicurarvi che non siate state computati tra gli elettori.
Astensione, perché? Perché se questa riforma passasse comporterebbe tre risultati liberticidi. Li elenco.
Primo: l'attribuzione del premio di maggioranza al partito più votato invece che alla coalizione vincente resusciterebbe il bipartitismo, che in Italia non ha mai davvero preso, sostituendolo al bipolarismo imperfetto che c'è oggi e spezzerebbe così ogni dinamica minoritaria sia al di fuori che all'interno degli schieramenti.
Secondo: l'eccessivo potere concesso a un solo partito permetterebbe a chi ha residui di cultura stalinista d'instaurare una vera e propria dittatura silurando da ogni luogo della politica, dell'amministrazione e dell'informazione chi non esegue gli ordini del soviet. Chi avesse qualche perplessità si vada a vedere quello che ha combinato l'attuale classe dirigente di Rifondazione con i suoi avversari interni dopo la vittoria al congresso del 2008. Il successo di un partito di formazione staliniana riporterebbe l'Italia a scenari da incubo. Se questa cultura è palese in partiti minoritari, quali Rifondazione e Italia dei Valori, c'è, criptica ma solida, anche all'interno del Pd. Il pericolo è chiaro.
Terzo: la contesa referendaria viene anche vista dai Proci come un'occasione per creare dissapori e conflitti tra premier e Lega cercando, così, di creare le condizioni per il governissimo di unità nazionale richiesto a gran voce dalla City e da Bankitalia, i grandi congiurati contro la Nazione. Non è un caso che a sospingere il Sì al referendum sia Gianfranco Fini, che non si sa se definire lacché della City e vassallo di Draghi o lacché di Draghi e vassallo della City. Se ci fosse anche solo l'ombra del dubbio a fugarla ci pensa la posizione di Fini: sappiamo per esperienza che, a meno di voler diventare cittadini britannici, il modo migliore per non sbagliare è quella di scegliere l'opposto di quest'uomo.

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